sabato 18 settembre 2010

Sheena is a Punk Rocker, ma anche noi non scherziamo...

Io Don Letts mica lo conoscevo.

E non è che adesso lo conosca personalmente, ma l’ho frequentato al MilanoFilmFestival per tre giorni e – soprattutto – ho goduto per due notti grazie ai suoi lavori.

No, non sto parlando di porno (cui va tutto il mio rispetto) ma di un paio di documentari che invece del Parco Sempione meriterebbero le aule di tutti i licei del mondo.

Don sembra un giamaicano (e lo è di origine) che suona raggae (ma non solo quello in realtà), però è un inglese che fa tante cose: il dee-jay e il documentarista sono due tra queste.

“Punk: Attitude” e “Strummerville” sono due manifesti scritti, montati, diretti e partoriti dal Don nostro sulla libertà più grande che c’è: quella di poter dire vaffanculo.

Un vaffanculo stonato e scordato come le voci e gli strumenti dei protagonisti di quello che viene sempre ridotto a genere musicale, ma che in realtà è “solo” un modo di vivere. E magari anche il migliore che potete trovare in giro…

Il punk, allora, è necessario, ma non è necessario che vi piaccia. E’ necessario che esista perché col cazzo che vogliamo vedere tutti gli stessi film, leggere gli stessi libri, vestirci nello stesso modo e mangiare le stesse cose…siamo diversi ed è sacrosanto che nessuno ci rompa le palle.

“Fuck You!” è la parola più pronunciata in “Punk: Attitude” da quelli che trenta/quarant’anni fa hanno deciso che non serviva saper suonare uno strumento o essere Sinatra per mettere su un gruppo e dire quello che doveva essere detto.

La musica, dice Henry (Black Flag, idolo) Rollins nel primo documentario, è ciclica: ogni vent’anni di merda si sente il bisogno di cambiamento e, così, viene fuori la nuova/vecchia/prossima rivoluzione musical-culturale. E’ successo prima del punk, ed è successo a vent’anni dalla morte del punk con il grunge.

Mentre sbavavo guardando i Ramones e i Television sul maxi-schermo, pensavo che sarebbe proprio ora del prossimo ciclo, ché mi sarei anche rotto i coglioni di quello che si sente in giro.

Ah, per quelli che stanno pensando di farmi notare che non s’inizia mai un capoverso con “io” – e l’ho fatto all’inizio di questo post – ho una sola parola: vaffanculo (ovviamente)

1 commento:

  1. c'è ASSOLUTO bisogno di nuova linfa musicale. Nel frattempo, è d'uopo consolarsi con gli Editors.

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